Emozioni Samburu

Ed eccoci qui, pronti a raccontare, dalla mia accogliente camerata ai margini della Savana africana, mentre attorno a me si sente solo il suono delle cicale, qualche momento della mia lunga giornata in viaggio verso Nord.

Dovrei andare in ordine, partire dal sempre avventuroso trasferimento in Matatu, cominciato alle prime luci della giornata, nella caotica e rumorosa Nairobi, ma preferisco soffermarmi sulle emozioni del pomeriggio, sulla gioia di rivedere sorrisi mai dimenticati, ma che purtroppo 3 anni di “lontananza” avevano allontanato un pò dalla mia testa più che dal mio cuore….

Comincio con il raccontarvi dove sono e cioè ai margini della zona est della contea Samburu, ad Archer’s Post, una cittadina di circa 3500 anime, non particolarmente bella, situata sulla strada che da Nairobi porta verso l’estremo nord del paese, a Marsabit, al confine con l’Etiopia, passando per centri abbastanza importanti come Naniuky, Meru ed Isolo, e che ha dovuto il suo sviluppo, rispetto ad altri villaggi, proprio alla “fortuna” di essere su questa importante strada, e di essere la base di partenza per i tour alla Samburu National Reserve, uno dei principali parchi nazionali kenioti.

Seppur lontana “solo” 310 km da Nairobi (circa 5 ore e mezza di viaggio), il paesaggio è completamente differente… è tutto di un colore pallido, bianco, secco e polveroso, persino più del solito, e anche l’Evaso Ngiro, uno dei fiumi più importanti in Kenya, è oramai ridotto ad un ruscelletto, tale la siccità che sta caratterizzando questi ultimi mesi.

In un quadro del genere, quasi lunare, a sorprendermi, ma solo fino ad un certo punto, è la bellezza e la purezza dei più giovani, coloro che forse nemmeno si rendono conto di dove si sono ritrovati a vivere.

Come accade spesso quando sono in un posto dove manco da tempo, al mio arrivo, nelle prime ore, mi accorgo di essere scrutato, con discrezione, ma insistentemente, da centinaia di occhi!

Sono il diverso, il bianco, che è appena sbarcato in Town.

E se l’essere osservato da parte degli adulti mi crea oggettivamente una qualche soggezione, l’essere osservato da parte dei bambini mi diverte, perché’ incrocio il mio sguardo con il loro, sento il “hey Msungu, how are you?” arrivare dal dormitorio, o magari da dietro una casetta, e poi i loro occhietti sorridenti, a ricambiare il mio saluto.

Ho trovato come sempre tanto interesse attorno al basket, soprattutto dai “basketballers” locali, i Los Archer’s!!!!

Sono un gruppo di circa 40 persone, tutti grandicelli di etò (tra i 16 e 25 da quanto ho avuto modo di comprendere) ma estremamente interessati alla mia collaborazione e soprattutto, a sentir loro, desiderosi di aiutare Samburu Smile a crescere facendo partire anche qui una Academy come quella di Suguta Marmar, per i bambini della Primary School locale.

E così, tra un saluto al Head master della Primary School per donare qualche pallone, una visita al campo di calcio dove si stava giocando una accesissima partita amichevole tra Gialli e… Gialli fluo (che confusione), una lunga chiacchierata con Paul, il seminarista in aiuto alla missione, e qualche foto scattata ai bimbi più coraggiosi che si avvicinavano alla macchina fotografica, il sole è cominciato a scendere veloce… così mentre i “senior” giocavano con entusiasmo la loro partitella serale di basket, io assistevo affascinato al tramonto… questa enorme palla di fuoco che rapidamente è scesa fino a scomparire dietro il Bush, all’orizzonte, in pochi minuti.

Ne ho visti tanti, ma ogni volta riesco ad emozionarmi cogliendo qualche nuovo dettaglio.

E oggi ciò che più ha smosso il mio animo, al di là del pensiero di dove sono, è quanto, pur essendo cosi diverso dalla popolazione locale, senta il bisogno di dedicarmi a loro e per questo mi senta “connesso” a loro…

Non so se andrà meglio che nel passato, voglio essere positivo e guardare con ottimismo al giorno che verrà, ma senza staccare i piedi da terra….

Intanto ho la consapevolezza che Samburu Smile, almeno tra i giovani, è diventato un riferimento importante, qualcosa in cui credere ed identificarsi.. e se penso da dove si è partiti, mi emoziono… ancora!

Non so se sono riuscito, in queste poche righe confuse, a farsi sentire un pò più vicini a questa realtà particolare, e comprendere le mie emozioni (sono ripetitivo, sarà la stanchezza che fa capolino)…

avete domande, curiosità a cui credete possa rispondervi? Sarò ben felice di farlo alla prox occasione in cui mi fermerò a raccontarvi di quanto mi accade in questo spicchio di mondo dove mi trovo.

Lala Salama, buonanotte a tutti, e grazie ancora per il sostegno!

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